Il cuore oltre l’ostacolo | Intervista a Claudio Cadegiani

 

In un’azienda come Fortech, che negli ultimi 5 anni ha moltiplicato in modo esponenziale il numero dei suoi prodotti, il reparto produzione è centrale. Per questo abbiamo voluto fare due chiacchiere con Claudio Cadegiani, Responsabile Produzione dal 2013.

 

Ciao Claudio, tu sei l’uomo della Produzione. Ci puoi raccontare di cosa ti occupi nello specifico?

Sintetizzando: gestisco la produzione, seguo la progettazione dei terminali, la parte meccanica e l’integrazione di nuove eventuali periferiche. Inoltre mi occupo dell’analisi della possibilità di integrare articoli e faccio studi di fattibilità per le modifiche che possono servire. Per svolgere queste attività coordino un team di 5 persone, 5 ottimi professionisti con competenze ben precise: Elvis Bashkimi che si occupa dei collaudi delle attrezzature, Manuel Tienforti che si occupa del collaudo degli accessori, Simone Righetti, Domenico Silipigni, Luca Broccoli che si occupano ognuno della sua parte di montaggio, collegamento e cablaggio delle attrezzature.

 

Come si svolge il vostro lavoro? Lo organizzate per obiettivi o per attività di routine?

Visto quello di cui ci occupiamo abbiamo una serie di attività di routine che svogliamo ogni settimana. Ad esempio, i ragazzi che si occupano del pre assemblaggio seguono delle procedure standardizzate, non ci sono cambiamenti in questa parte del ciclo di lavoro ad eccezione dei casi in cui dobbiamo integrare delle modifiche. Invece chi si occupa dell’assemblaggio, a seconda del volume delle vendite o delle giacenze in magazzino, deve programmare di settimana in settimana quello che verrà prodotto nei giorni seguenti. È nostro compito infatti far sì che il magazzino sia sempre rifornito dei prodotti che servono per l’installazione sule stazioni di servizio di chi ci sceglie.

 

Qual è la sfida principale nel vostro lavoro? 

Ce ne sono diverse. A mio avviso la cosa più complessa è non farsi trovare scoperti con l’approvvigionamento delle materie prime. Sì perché, se ci pensi, i fornitori  a volta possono avere dei problemi o dei ritardi nelle consegne e questo può costituire un ostacolo nella riuscita del nostro lavoro, soprattutto quando si lavora con richieste urgenti e di prodotti di cui abbiamo un stock minore. In questi casi dobbiamo essere bravi a rimediare i materiali che non sono disponibili.

Per la produzione questo costituisce la sfida principale perché dipende anche da altri soggetti. Una volta che abbiamo i pezzi poi con il montaggio, avendo procedure assolutamente rodate, non abbiamo nessun problema. Abbiamo lavorato proprio per avere step ben precisi da seguire e quindi poter rispondere garantendo sempre la stessa qualità.

 

Tra tutte la qualità del vostro team, quali ritieni la principale?

Senza ombra di dubbio la flessibilità e la disponibilità. A volte dobbiamo rispondere a richieste di prodotto in tempi brevissimi e noi facciamo di tutto per trovare il modo di portare a casa il risultato. Devo veramente complimentarmi con i ragazzi perché garantendo la loro disponibilità mostrano anche grande attaccamento a Fortech e ai colleghi.

A volte ridiamo pensando a come facciamo di tutto per opporci alla legge di Murphy. Ci sono giorni in cui ti sembra che se una cosa può andar male sicuramente lo farà e così qualche attimo di negatività lo abbiamo, ma per fortuna sono solo momenti.

 

Al di fuori del lavoro c ‘è qualcosa che ti tiene impegnato?

Da quattro anni a questa parte c’è uno splendido impegno: la mia bimba, che si chiama Giada. Visto che mia moglie ha un negozio spesso sto io con lei e faccio il baby-sitter o meglio… il babbo-sitter!

 

Cosa pensi sia importante insegnare a Giada? Cosa vorresti trasmetterle?

L’indipendenza. Ci impegniamo per trasmetterle cosa riteniamo corretto ma pensiamo sia importante che lei poi ragioni con la sua testa e abbia la capacità e la sicurezza di ragionare e scegliere in modo autonomo. Vorremmo che non si facesse troppo influenzare dal suo contesto e quindi potesse sentire i suoi genitori come  delle persone che la spronano e la incitano e fare quello che ama. Devo confessare che questo lo dico ripensando alla mia esperienza personale e al fatto che avrei dovuto essere più libero di provare, di rischiare, di fare. Io ad esempio ho viaggiato tanto per lavoro ma se tornassi indietro ai miei 20 anni (ora ne ho 42), farei anche qualche esperienza formativa e personale all’estero.

Insomma per il futuro di Giada non posso che augurarmi che abbia una mentalità aperta e la voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo.

 

E a Fortech cosa auguri?

Fortech è una bella realtà, che sta crescendo e può crescere ancora tanto. Io mi auguro di far parte di questa crescita e di poterla supportare con le mie competenze, il mio modo di essere e di lavorare. Dobbiamo aver voglia di guardare lontano e non perdere mai il passo con l’evoluzione tecnologica.

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